Antonio Neri abitava in via Santa Reparata 31 a Firenze, il documento che lo attesta è dell’ anagrafe e risale al primo aprile 1940.

Antonio partecipò sia al Primo che al Secondo Conflitto mondiale. Ricevette una medaglia di bronzo al valore che si guadagnò in Russia e che ebbe direttamente dalle mani dal Principe di Piemonte Umberto di Savoia nel 1945. Nel 1965 ebbe un attestato dal Ministero della Difesa, un’ Onorificenza Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana firmato da Giulio Andreotti, all’epoca ministro della difesa.

A parlarne è il nipote Mario Altieri, che dalla nonna Antonietta Neri ricevette un memoriale rimasto inedito per molti anni e scritto da Luigi Canali, purtroppo a macchina e non firmato, dunque il dubbio sull’autenticità di questo documento è rimasto.

Luigi Canali appartenne al Comitato di Liberazione Nazionale (CNL) e fu il fondatore della 52esima Brigata Garibaldi. Il memoriale fu spedito ad Antonio Neri nella speranza che coloro che lo avrebbero ucciso, sarebbero stati perseguiti per legge. Canali venne fermato durante la guerra perché si sospettava avesse tradito i suoi compagni partigiani e per questo venne condannato a morte in contumacia. L’importanza del memoriale di Canali è che rivela alcuni fatti inediti accaduti a Dongo e sulla morte di Mussolini. Per questo Canali risultò un personaggio scomodo.

Mussolini travestito da soldato tedesco si nascose in un camion, cercando di mettersi in salvo. Alla testa dell’autocolonna c’era Alessandro Pavolini segretario del Partito Fascista Repubblicano. Pavolini nel 1922 partecipò alla Marcia su Roma, e nel 1929 divenne federale a Firenze, nato in questa città nel 1903, morì poi a Dongo dopo essere stato fermato con il duce. L’autocolonna trasportava anche i beni personali del dittatore e i fondi riservati della Repubblica Sociale. Gioielli, oro, assegni, valuta estera e nazionale. Mai si è saputo con certezza il valore esatto, che va secondo le stime da qualche milione a qualche miliardo di euro attuali, tutti i beni vennero confiscati, insieme a delle valigie con all’interno custodivano documenti riservati.

Due partigiani, Urbano Lazzaro e Pier Luigi Bellini Delle Stelle riferirono di aver visto dei fascicoli conservati nella valigia: documenti per il passaggio di Mussolini in Svizzera, verbali sul processo di alcuni cospiratori fascisti della congiura del 25 luglio del ’43, documentazione sulla presunta omosessualità di Umberto di Savoia, documenti sulla questione politica dei territori rivendicati dalla Jugoslavia, della corrispondenza tra il duce e Hitler e il Carteggio segreto con Churchill, di cui è rimasta solo la leggenda, per altro ampiamente sfatata da seri studiosi del settore come Mimmo Franzinelli. Probabilmente anche questo memoriale e le testimonianze ad esso collegate sono un tentativo di frode da vendere al miglior incauto offerente, così come accadde per il famoso Carteggio, venduto più volte a diverse famose testate giornalistiche, ma che mai lo ricevettero. I pochi documenti mostrati dai possessori erano chiaramente dei falsi, visto che contenevano gravi errori di ortografia.

Riccardo Massaro
Antonio Neri e i carteggi in suo possesso
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