Anna Maria Enriques Agnoletti una partigiana italiana morì fucilata dai nazisti a Sesto Fiorentino. Gli fu conferita la medaglia d’oro al Valor militare alla memoria.
Figlia di un docente universitario ebreo si laureò in storia medievale, vinse un concorso nel 1932 che la portò a lavorare nell’archivio di Stato di Firenze, dove divenne archivista nel 1936. Fu licenziata nel 1938 a causa delle leggi razziali, per sfuggire alle persecuzioni, si fece battezzare come cattolica su consiglio della madre. Venne quindi assunta alla biblioteca Vaticana come paleografa a Roma.
Il fatidico 8 settembre del 1943 aderì al Movimento Cristiano Sociale seguendo l’esempio del fratello che aveva aderito al Partito d’Azione. Prese contatti con gli antifascisti sparsi nei Castelli Romani, in seguito chiamata a Firenze per collaborare con il Partito d’Azione Toscano, sicuramente meglio organizzato.
Operò quindi nel Livornese, nella Lucchesia, nella Valdichiana e nella Val d’Orcia, collaborando con l’organizzazione di spionaggio Radio Cora che raccoglieva informazioni e le trasmetteva via radio gli alleati. Quando a Roma furono arrestati alcuni esponenti del Movimento Cristiano Sociale al quale aveva aderito, la Agnoletti grazie all’azione del controspionaggio fascista venne intercettata con l’ausilio di una spia ed arrestata insieme alla madre.
Trasferita poi nella famigerata Villa Triste di cui già abbiamo parlato, fu interrogata e torturata dalla banda Carità, condotta poi a Sesto Fiorentino e di fronte a un fiume insieme ad altri condannati fucilata.