Alla metà dell’Ottocento, tra le vecchie famiglie d’Oltrarno che campavano con poche risorse, molto lavoro e molte speranze, c’erano i Salani, rappresentati da quattro fratelli: Angiolino, Baldassarre, Adriano ed Eugenio, figli del fruttaiolo Giuseppe, di Via dei Serragli.

I quattro giovani presero strade diverse: Adriano Salani, dopo aver lavorato fino ai dodici anni nella bottega del padre, a vendere frutta e cavoli, imparò il mestiere di compositore tipografo, fece pratica presso diverse stamperie, e poi aprì una tipografia in proprio in Via San Niccolò. Dimostrò abilità, tenacia, intraprendenza e fiuto, dette vita a pubblicazioni popolari di successo e acquistò via via notevole fama, ingrandendo la propria impresa, diventando il famoso editore che tutti conoscono, e facendo onore alla propria città.

Un altro dei Salani, Angiolino, seguì la strada segnata dal padre, mandò avanti il negozio di Via dei Serragli 78 e, poiché anche a lui non mancava l’intraprendenza, pensò di accrescere la clientela, andandola a cercare di persona per le strade del quartiere. Spesso lasciava in bottega la moglie Carolina, caricava il carretto di frutta e verdure rimaste invendute, oppure di verdure cotte, e batteva una vasta zona, offrendo a gran voce la merce. Altre volte vendeva il castagnaccio appena uscito, caldo e fumante, dal forno, reclamizzandolo con voce stentorea e con bonaria pubblicità, divertendo con abili e mirati doppi sensi. Donne, e ce l’ho a bollore…” “Donne, e ve l’ho portata la farina bona di Pistoia…” “Donne, gli scotta…” “Donne, non me lo fate ghiacciare…” Era attaccatissimo al proprio quartiere e al proprio lavoro, ma quando venne il momento di fare l’Italia, Angiolino lasciò senza rimpianti il carretto, prese il fucile e andò a combattere con i garibaldini. Poi, tornato a casa, riprese a girare per le strade d’Oltrarno, dove tutti lo chiamavano “Salano”.

Nel ’26 Angiolino prese la polmonite e in pochi giorni morì; venne sepolto a Trespiano tra i suoi compagni garibaldini. Durante l’agonia Salano non parlò quasi mai, ma ebbe un momento di lucidità proprio all’ultimo. Ripensò alla vita che aveva trascorso tra la sua gente d’Oltrarno, alle strade che avrebbe lasciato per sempre, e chi gli stava vicino lo sentì lanciare ancora una volta il vecchio grido di battaglia: “Donne, e ce l’ho a bollore…”

Gabriella Bazzani
Angiolino Salani detto Salano e Adriano Salani
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