Andrea Vannucci detto del “Sarto” d’Agnolo, meglio conosciuto come Andrea del Sarto mestiere esercitato dal padre. Non c’è sicurezza sul cognome. A volte si trova scritto Vannucci altre con Vannucchi, ma forse il suo cognome è Lanfranchi, come è scritto in un documento riguardante suo fratello. Vi è scitto: Francesco detto “Spillo” Lanfranchi pittore.
Nacque a Firenze nel 1486. Al tempo in cui iniziò il suo periodo di apprendistato come narra nelle “Vite” il Vasari presso una bottega di orafo, presto in quell’ambiente manifestò la sua inclinazione per il disegno. Venne mandato a formarsi nella bottega del pittore Gian Barile. Ma questo dopo poco tempo si accorse di non essere all’altezza delle capacità di Andrea e lo convinse ad andare dal pittore Piero di Cosimo.
All’inizio del XVI° secolo nella nostra città si trovavano artisti del calibro di Leonardo e Michelangelo, ai quali si affiancò superandoli in poco tempo. Fu influenzato dal Perugino, Raffaello, Fra Bartolmeo e Mariotto Albertinelli.
Abitando in Santa Maria Novella fece amicizia con un altro pittore Francesco di Cristofano detto “Franciabigio“. I due giovani nel 1516 aprirono una bottega in piazza del Grano, dopo poco tempo si trasferirono vicino alla Basilica della Santissima Annunziata e come tutti i pittori, per poter lavorare dovette iscriversi all’Arte Maggiore dei Medici e Spezali.
I frati Serviti nel 1509 lo incaricarono di affrescare il Chiostrino dei Voti con le storie di San Filippo Benizzi. Iniziò con i frati un rapporto di lavoro distinato a protarsi nel tempo. Ebbe rapporti di committenza con gli Eremitani Agostiniani di San Gallo e i Benedettini Vallombrosani dove già lavorava il “Franciabigio”.
Nella loro bottega aprirono la “scuola dell’Annunziata” dove ebbero come discepoli Jacopo Carucci detto “Il Pontormo” e Giovan Battista di Jacopo di Gaspare detto “Il Rosso Fiorentino”.
Nel 1515 insieme al “Franciabigio” inizia a dipingere un ciclo decorativo delle Storie del Battista al Chiostro dello “Scalzo” nella chiesa della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista detta dello “Scalzo” (durante le processioni il portatore della croce sfilava a piedi nudi), il lavoro venne terminato nel 1526.
Per la chiesa di San Francesco dei Macci, dipinge la Madonna delle Arpie (oggi conservata agli Uffizi), sposa Lucrezia di Bartolomeo del Fede, divenuta in breve tempo la modella delle sue opere.
Realizza i dipinti per la camera nunziale Borgherini; Le Storie di San Giuseppe; l’Infanzia, Giuseppe interpreta i sogni del Faraone. Per Francesco I° in Francia realizza molte opere quasi tutte andate perdute, rimane solo “la Carità” conservata nel Museo del Louvre. tornato a Firenze riprende a dipingere al Chiostro dello “Scalzo”.
Per la villa Medicea di Poggio a Caiano inizia l’affresco “Il Tributo di Cesare”, rimasto incompiuto e finito da Alessandro Allori. Dipinge per i Convento di San Salvi “Il Cenacolo” iniziato nel 1519 e terminato dopo dieci anni nel 1529. Su questo bellissimo affresco c’è un aneddoto che racconta: durate l’assedio di Firenze con l’approssimarsi delle truppe dell’Imperatore Carlo V°, venne deciso di abbattere il convento di San Salvi come era stato fatto con San Gallo e San Giusto. Ma i guastatori incaricati della demolizione, si rifiutarono di abbatterlo colpiti dalla bellezza dei suoi colori.
Andrea è ricordato per essere come il più bravo fra i grandi artisti dei suoi tempi. Il Vasari nelle “Vite” lo ricorda cone il “Pittore senza errori”, le sue figure erano di somma perfezione, per la capacità di creare composizioni formalmente ineccepibili armoniose e ben bilanciate. Fu un eccellente decoratore di affreschi e autore di bellissime Pale d’Altare e ritratti. Morì di peste causata dall’assedio il 29 settebre 1530, solo e abbandonato dalla moglie.