Questo articolo, più che essere un articolo tecnico o simpatico o anche storico è un articolo sui generis, un piccolo studio, fatto per divertimento, che ci permette di conoscere alcuni dati medici attraverso l’osservazione di un busto che è stato, evidentemente, riprodotto con fedeltà rispetto all’originale.

Il busto di cui parliamo è di Sant’Antonino, al secolo Antonio Pierozzi, Vescovo di Firenze intorno alla metà del quindicesimo secolo. A lui dobbiamo la famosa frase: “Troppa grazia Sant’Antonio” ed il motivo è perfettamente spiegato in questo articolo: Troppa grazia Sant’Antonio.

L’idea per questo articolo mi venne osservando il busto di Sant’Antonino in via dello Studio, busto posizionato sulla facciata della sua abitazione, ma posizionato troppo in alto per poter essere fotografato correttamente. Per fortuna, durante una passeggiata con la Florencewithlove, ho potuto visitare il chiostro della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista, detto chiostro dello Scalzo, dove è presente un busto di Sant’Antonino ad altezza d’uomo.

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Fotografia di Gabriella Bazzani

Osservando il busto è possibile trarre delle considerazioni sull’apparato orale di Sant’Antonio che viene descritto sovente come uomo minuto ed emaciato, con lineamenti smunti classici di una persona particolarmente magra. Tutto questo è vero, ma ciò che veramente conferisce un aspetto senescente a quel volto lo si può osservare nel terzo inferiore del volto.

Sant’Antonio era caratterizzato da tre aspetti classici che fanno desumere che avesse perso tutti i suoi denti e non fosse, data l’epoca, munito di una protesi.

Il primo è rappresentato dalla dimensione verticale, cioè uno spazio apprezzabile misurando fra la punta del naso e il mento. In soggetti con denti fortemente abrasi o in loro assenza o ancora con una protesi fortemente consumata questo spazio si riduce notevolmente e conferisce il classico aspetto senescente.

Fotografia di Gabriella Bazzani

Un secondo indizio è dato dal fatto che la rima labiale di soggetti privi di denti appare di solito filiforme, schiacciata senza labbra e il santo in descrizione presenta queste caratteristiche. L’aspetto filiforme e schiacciato delle labbra è dato sempre da una riduzione della dimensione verticale mentre la riduzione del volume delle labbra è dato dal fatto che l’assenza di denti e il successivo riassorbimento osseo del mascellare sottrae il sostegno ai muscoli che si assottigliano, cosi anche l’orbicolare delle labbra. Talvolta si ha addirittura la piega delle commessure labiali rivolta verso il basso e talvolta la presenza di chelite angolare, cioè una lesione cutanea all’angolo della bocca dovuta alla fuoriuscita di saliva. La mancanza di sostegno determina anche una retrazione delle labbra.

Infine per terzo indizio vi è l’apertura dell’angolo mandibolare che supera abbondantemente i 90° e la mandibola invece che angolata appare quasi una linea dritta. Si ha inoltre un avanzamento della stessa che pone il mento molto più anteriore rispetto alla posizione naturale. Questo in una visione laterale rende la bocca molto più arretrata rispetto al mento e al naso aspetto peggiorato dall’assenza di sostegno delle labbra da parte dei denti.

Come articolo su Firenze è effettivamente sui generis, ma era divertente evidenziare come una esecuzione fedele di un’opera d’arte possa suggerirci informazioni sulla persona rappresentata.

Analisi di un busto fiorentino, Sant’Antonino.
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