Sulle orme della realizzazione dell’aeroporto di Brescia la Toscana o meglio Firenze non poteva stare a guardare e infatti nel 1910 viene inaugurato il campo di volo fiorentino realizzato a Campo di Marte. L’area fu scelta in quanto sufficientemente ampia e già impiegata per le esercitazioni militari. La pista aveva una lunghezza complessiva di 700 metri ed era adeguava alle macchine volanti dell’epoca. L’aeroporto era impiegato soprattutto per “sperimentazioni” di nuovi progetti e manifestazioni sportive ed agonistiche.
La prima manifestazione fu il 28 marzo 1910, una settimana di volo dimostrativo. Furono erette delle tribune in via Campo D’Arrigo per assistere all’evento al costo di 5 lire per occupare un posto; molto più economici, solo 10 centesimi di lira, i palchi abusivi tirati su lungo la Settignanese.
L’evento ebbe notevole successo grazie alle prodezze di piloti come Cordonnier e Rougier di origine francese che utilizzavano il Biplano Voisin o come gli italiani Faccioli e Cobianchi. Prodezze che descritte oggi appaiono voli banali, ma all’epoca erano pionieristiche per mezzi che più pesanti dell’aria si sollevavano in essa. I voli si svolgevano a poche decine di metri d’altezza con qualche emozionante virata. I più coraggiosi fra il pubblico hanno potuto compiere un piccolo volo grazie al belga Van den Born che accettava anche dei passeggeri.
La manifestazione fu un tale successo che ne fu organizzata un’altra il 4 maggio del 1911 questa volta impostata in termini agonistici e fu chiamata “Le gare d’aria di Firenze”. Le gare furono presiedute da Vittorio Emanuele III presente in città per posare la prima pietra della Biblioteca Nazionale. La gara più blasonata, con un premio di 4000 lire (2 euro, in pratica due caffè senza correzione) consisteva nel decollare da Campo Marte virare intorno alla Torre d’Arnolfo e tornare al campo. Oggi una cosa del genere non ti permetterebbero di farla nemmeno con un aquilone. La gara fu vinta dal francese Tabuteau con l’aereo Bristol. Speciale menzione fu data all’italiano Manissero in quanto realizzò un’impresa da record volando sino a Prato e rientrando a Campo Marte raggiungendo un’altezza di 2190 metri.
L’aeroporto fiorentino fu teatro anche dei primi decolli al femminile con aviatrici come la fiorentina Emma Garzes, spesso usato da personaggi famosi che si allenavano al volo, come D’Annunzio che dalla sua casa di Settignano raggiungeva facilmente l’aeroporto. Sempre nel 1911 il fiorentino Gastone dalla Noce insieme al francese Lasseur de Renzay valicò in volo l’Appennino Tosco-Emiliano da Bologna a Firenze.
Le manifestazioni si interruppero prima per il conflitto italo-turco e poi per la prima guerra mondiale dato che i piloti vennero impiegati dalla Regia Aeronautica.
Al termine della grande guerra fu il pilota fiorentino Vasco Magrini, congedatosi dalla 75a Squadriglia Caccia, a tornare sul suolo di Campo di Marte per fondare il primo Aeroclub di Firenze. Magrini acquisto tre residuati bellici per allestire la sua prima squadriglia.
Lo stesso Magrini nel 1929 si occupa di collaudare un aereo progettato da Antonio Mattioni e detto “Botte Volante”. L’aereo, inusuale per l’epoca, era caratterizzato da un’elica intubata, forse il primo esempio di propulsione a getto antenata delle moderne turbine.
Questa non fu l’unica impresa di Vasco Magrini, anzi una delle tante, anche se la più spettacolare fu nel novembre del 1920 passare con l’aereo, un Caudron, sotto il Ponte Sospeso, oggi chiamato ponte alla Vittoria. Possiamo leggere il racconto dello stesso Magrini sul libro “Firenze, il cielo racconta” di Roberto Baldini.
” Fu per combinazione che io passai sotto il Ponte della Vittoria. L’idea scaturì da un’illustrazione apparsa su un giornale: riproduceva un famoso aviatore che era passato in volo sotto i ponti dell’Hudson. In quella rivista erano riportati i dati e le misure del ponte e dell’apparecchio. A me sembrava che il pilota una grande difficoltà non l’avesse superata, tant’è vero che parlando agli amici lì presenti, dissi che mi sentivo disposto a farlo anch’io. Di apparecchio avevo il vecchio Caudron, piuttosto basso e grande apertura d’ali. Quel giorno mi trovavo in volo su Firenze, in compagnia di un vecchio giornalista fiorentino, Alberto Decia. Questi era un avventuroso, gli piacevano le cose ardite. E per l’appunto, mentre ero in volo, mi trovai davanti agli occhi il ponte delle Cascine. Mi venne spontaneo urlare: “Decia, si passa sotto il ponte!”. E lui: “No, no un’altra volta”. E me lo disse in forma così comica che mi venne proprio voglia di passarci, sotto il ponte. Allora feci una picchiata. Volai dalla città verso le Cascine, feci un dietrofront e, messomi proprio sul pelo dell’acqua, passai sotto. Lì, sotto il ponte, c’erano dei renaioli che stavano scavando, e quindi anche l’ingombro era abbastanza rilevante. Passato dall’altra parte, risalii velocemente. La gente, sorpresa per questo mio passaggio, mi salutò, applaudendo calorosamente e anch’io mi voltai per salutare…”. Stanno ancora applaudendo, a manovra perfettamente riuscita, quando succede qualcosa: “… non avevo fatto i conti con tutti i fili che c’erano da una spalletta all’altra e ci sbattei contro, facendo una capriola e impigliando l’elica. Atterrai in riva al fiume, e tutti coloro corsero credendo che ci fossimo rotti l’osso del collo. Fortunatamente, non ci eravamo fatti niente. Smontammo l’apparecchio e lo riportammo al Campo di Marte.“
Le manifestazioni continuano sino al 18 maggio del 1930 anno in cui si svolge l’ultimo raduno alla presenza di Mussolini e dell’allora Ministro dell’Aeronautica Balbo. Si schierano 140 apparecchi come ultimo saluto alla gloriosa pista di Campo di Marte infatti il progetto approvato il 1 ottobre 1928 dal Consiglio Provinciale fiorentino si sta ultimando e il nuovo aeroporto di Firenze sarà a breve operativo, nasce Peretola, inaugurato il 4 giugno 1931.
L’area del Campo di Marte viene assegnata ad altri scopi e il progetto dello Stadio Comunale Artemio Franchi prende corpo, il primo stadio italiano ad essere costruito in cemento armato, ma questa è un’altra storia e avremo occasione di parlarne. Abbiamo già parlato invece del misterioso evento che si verificò nel 1954 sopra lo stadio.
Chiedo scusa ma neltesto dell’articolo c’è un commento fra parentesi, sull’entità del premio della manifestazione aerea. tale commento non tiene conto del potere d’acquisto di 4000 lire nel 1911 che più o meno equivarrebbe oggi a circa 16.000 euro.
grazie comunque per la testimonianza storica
Raffaele Masiero Salvatori
Salve, grazie della precisazione, ma voleva essere una battuta!
Jak