Nella penisola italiana l’umanesimo o cultura umanistica, si affermò nei secoli XIV/XV. Nel XVI secolo si affermò in tutta l’Europa.
A Firenze sotto l’egida della famiglia Medici, nella persona di Cosimo Pater Patriae, venne fondata l’Accademia Platonica dal filosofo Marsilio Ficino. Affinché potesse studiare le opere di Platone e il Pimandro di Ermete Trimegisto e il Plotino.
Nel 1462, Cosimo permetteva al filosofo e ai suoi seguaci di riunirsi nella villa di Careggi, chiamata dal Ficino “Academia Charegiana”.
L’Accademia era un centro culturale senza uno statuto e cariche, essendo libere riunioni di umanisti. È stata uno dei primi esempi di accademia moderna, nata con l’interesse verso gli autori greci e romani invogliati da una migliorata vita intellettuale, spinti alla conoscenza e al sapere. Venivano organizzati simposi con eruditi, dotti e mecenati, con dispute in pubblico e in privato con un vasto scambio epistolare fra i disputanti alle riunioni.
Dalle epistole del filosofo, si conosce che in queste riunioni vi partecipava il meglio del sapere fiorentino. Alla Accademia Platonica intervenivano nei simposi: Agnolo Poliziano, Pico della Mirandola, Francesco Cattani da Diacceto, Giuliano e Lorenzo de’ Medici, e Amerigo Benci. A queste dotte discussioni si univano anche giuristi, medici, sacerdoti, poeti e musicisti, provenienti da altre esperienze e non attinenti alla filosofia della cultura del Quattrocento. Queste riunioni si ispiravano al modello platonico, guidati dal Ficino che cercava di evidenziare le affinità fra il platonismo al cristianesimo. Da questi incontri, uscì una sua opera: La Teologia platonica, in cui contrastava l’aristotelismo, proponendo di tornare al pensiero platonico, evidenziandone le affinità con il cristianesimo.
Con la sua morte avvenuta il 1° ottobre 1499, l’Accademia decadde. Il suo successore Francesco Cattani da Diacceto, suo discepolo preferito, tentò di riportarla ai fasti passati. Laureato in diritto civile, fu canonico, dotto teologo, divenne in gioventù Console dell’Accademia fiorentina. Ebbe una intensa attività letterari rivolta ai suoi fedeli. Fra i suoi scritti si trova una vita di Cristo , una della Vergine, di San Domenico, le vite dei Vescovi di Fiesole (anche lui era stato nominato Vescovo). E’ anche conosciuto per aver tradotto in volgare delle opere di Sant Ambrogio: De officis e dell’Esameron e le opere di M. L. Blosio.