Francesco era il primogenito di Cosimo I Granduca di Toscana e, una volta al potere, si dimostrò non essere in grado di amministrare lo Stato che si trovava a dirigere. Le sue uniche vere passioni furono Bianca Cappello e l’alchimia, e non necessariamente in questo ordine.
Cosimo era un uomo di grande carattere, con una ferrea volontà che lo portarono ad essere uno degli uomini più potenti del suo tempo. Il figlio non ereditò le sue stesse caratteristiche, trascorreva il suo tempo tra alambicchi e laboratori, circondandosi di studiosi che lo istruirono nelle arti, ma la politica non lo interessava. Francesco si dimostrò altrettanto dispotico del padre, ma mancò di risolutezza nel gestire la politica, sia interna che estera. Accettò senza discutere le responsabilità derivanti dalla sua primogenitura, sposò la donna per lui scelta dal padre, Giovanna d’Austria.
Si trattò evidentemente di un matrimonio “politico” che Francesco mai apprezzò, seppur costretto a convivere con la insignificante, scostante, poco attraente e non certo simpatica principessa austriaca, dalla quale ebbe ben sei figlie femmine ed un solo maschio, che però morirà a soli quattro anni.
L’unica donna che lo interessasse, colei che gli aveva rapito il cuore, era Bianca Cappello. Quando Giovanna morirà (fortunosamente?) cadendo dalle scale, Francesco, finalmente, potrà sposare Bianca, della quale era perdutamente innamorato fin dal primo momento: “non mi staccava lo sguardo di dosso” confidò lei al suo diario.
La storia d’amore tra Bianca e Francesco è ricca di aneddoti e di misteri, a cominciare dalle prime furtive occhiate che i due si scambiavano, alle morti dei rispettivi coniugi, alla casa di Bianca in Via Maggio che si dice fosse collegata da un corridoio sotterraneo a Palazzo Pitti, così da agevolare la relazione clandestina senza che occhi indiscreti potessero notare niente.
Quando Giovanna morì, ed anche Pietro, marito di Bianca, venne assassinato, con notevoli sospetti che ricadevano su Bianca e Francesco, i due senza indugi si sposarono nel giro di un mese, in gran segreto. Ma il segreto era destinato a non durare a lungo e Francesco decise di sposare in pompa magna Bianca una seconda volta, con cerimonia pubblica.
“A dì 12 ottobre 1579, il Granduca Francesco I dette l’anello e sposò la signora Bianca, nel suo palazzo con le solenni cerimonie che si convengono; di poi la baciò. Alla festa nel cortile di Palazzo Pitti, in aria pendevano 30 angeli e tutti avevano uno giglio dalla mano sinistra e dalla destra uno lume”.
Bianca non riuscì mai ad entrare nelle grazie dei fiorentini, e meno che mai in quelle di Ferdinando, fratello di Francesco. Francesco e Bianca ebbero un erede, Antonio, che sembra però fosse figlio di una serva, e che Bianca abbia finto la gravidanza; Antonio venne escluso dalla successione, a seguito di lotte intestine alla famiglia, che non lo accettò mai. I Granduchi, appassionati entrambi di esoterismo ed alchimia, amavano trascorrere il loro tempo nella famosa villa di Pratolino, ormai non più esistente, ma ricordata per la magnificenza del suo parco, con giochi d’acqua meravigliosi, automi azionati dalla forza motrice, camere segrete contenute nel gigante dell’Appennino e tanto, tanto altro. Bianca era una donna molto intelligente e colta ma forse proprio per questo detestata dal popolino, che addirittura mormora a che lei fosse una strega e che praticasse arti magiche.
Dopo circa otto anni di matrimonio, l’8 ottobre 1587 i Granduchi indissero una gran battuta di caccia a Poggio a Caiano, e Bianca invitò anche il cardinale Ferdinando, fratello di Francesco, da sempre contrarissimo alla loro relazione, cercando di far riappacificare i due.
Alla sera fu servita la cena, dopo la quale si giocò a “picchetto”, un gioco di carte in voga all’epoca.
La notte stessa, Francesco ebbe febbre altissima e vomito. La cura di salassi e intrugli che lui stesso chiedeva, non dette risultati. Bianca lo curò con grande amore e dedizione ma, indebolita da notti in bianco e strapazzi, dovette anche lei mettersi a letto con febbre alta e vomito. Il Cardinale Ferdinando non accusò invece alcun malore.
Francesco, “fra sudori e tremori”, morì il 19 ottobre 1587, nella stanza accanto Bianca capì… e serenamente mormorò “…e si accorda pure con il mio desiderio, che debba morire col mio signore”. Undici ore dopo Francesco, anche Bianca Cappello chiuse gli occhi per sempre. La versione ufficiale, avvalorata dall’autopsia che Ferdinando volle fosse fatta alla presenza di testimoni, fu di morte per malaria, ma ci fu subito chi parlò di avvelenamento da parte del Cardinale.
L’autopsia escluse la presenza di veleni, gli organi prelevati vennero chiusi in quattro orci di terracotta e sotterrati nella cripta della cappella di Santa Maria a Bonistallo, nei pressi della Villa Medicea di Poggio a Caiano.
La coppia venne riportata insieme a Firenze, ma mentre Francesco venne imbalsamato e sepolto in San Lorenzo con tutti gli onori, il corpo di Bianca, cui vennero negate le esequie di stato, venne sepolto in luogo sconosciuto, forse addirittura in una fossa comune.
Nel 2005 un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze ottenne l’autorizzazione di dissotterrare quegli orci e di esaminarne il contenuto. Grazie all’uso di strumenti moderni e tecnologicamente avanzati, gli studiosi hanno trovato la prova: sia nei frammenti biologici contenuti negli orci appartenuti a un maschio e a una femmina, che in quelli di Francesco de’ Medici e Bianca Cappello sono state rilevate importanti tracce di arsenico. Un duplice omicidio per avvelenamento da arsenico. Lo studio però ha suscitato molti dubbi nel mondo accademico, sia per quanto riguarda l’identificazione dei resti, sia perché la concentrazione di arsenico potrebbe trovar spiegazione nei metodi usati all’epoca per trattare e conservare le viscere. Ci sono però ricerche successive che hanno stabilito la presenza nel tessuto osseo spugnoso del Granduca di proteine di “plasmodium falciparum”, avvalorando l’ipotesi di morte per malaria perniciosa. Un mistero che dura da quasi 500 anni.
Comunque sia andata, Ferdinando successe al fratello e volle immediatamente disfarsi della “pessima Bianca” e così, ai funzionari che gli chiedevano se dovesse essere sepolta con la corona e dove dovesse essere tumulata, rispose semplicemente: “la corona l’ha già portata abbastanza e, per quanto riguarda la sepoltura, dove volete ma non con noi” intendendo con ciò escluderla anche nel ricordo dalla famiglia Medici.